Das Angedenken
Der Zuckerlust
Will mich in Angst versenken.
Es will verdammte Kost
Uns zeitlich kränken.
Was man geschmeckt und nicht mehr schmecken soll,
Ist freudenleer und jammervoll...
Il poeta barocco Christian Hoffmann von Hoffmanwaldau stava parlando della caducità dell'amore, quando nella sua Verliebte Arie lo paragonava alla Zuckerlust, il piacere dello zucchero, dicendo che "il ripensarvi mi fa sprofondare nell'angoscia: maledetto cibo, ci fa star male per il tempo che passa. Quello che si è gustato e non si gusterà più, si svuota di gioia e si riempie di affanni..." Scusate la mia traduzione che fa schifo. Ho preso in prestito i versi di Hoffmanwaldau perché... mi fanno pensare alla dieta! Infatti, queste gaufres stavolta non sono ricetta d'archivio: si tratta del primo dolce che preparo dopo questi due ascetici mesi... Il che non vuol dire che adesso ci daremo alla pazza gioia, ma insomma, un dolcetto, uno leggerino...
La scelta è caduta sulle gaufres perché, a parte che sono facili e relativamente leggere (almeno in questa variante), nell'ultimo periodo ho lavorato tra l'altro su un libro belga, a cui vi ho già accennato, un romanzo fiammingo che ho trovato bellissimo e mi ha fatto venir voglia di tornare a visitare il Belgio. Ma i belgi di gaufres ne possiedono tante versioni (come quelle di Verviers e di Liegi), che non le ho ancora sperimentate tutte: mi ci vorrà una vita, credo. Queste le ho già preparate tante volte e sono tipiche della città di Namur. Divertitevi a fare il confronto con le altre versioni... dalle foto non si capisce, sembrano tutte uguali, ma non è così.
Unico avvertimento, anche per questa ricetta dovete armarvi di pazienza e cominciare la sera prima. Le dosi (per circa dodici gaufres grandi o almeno il doppio se volete farle piccoline come ho fatto io):
L'indomani riscaldate il gaufrier e cuocete l'impasto a cucchiaiate fino a quando non è ben dorato. Spolverate di zucchero a velo e servite nature oppure con marmellata o quello che volete voi. Io vado pazza per le gaufres con la composta di mele. Quelle della foto sono scomparse dopo mezz'ora...
La scelta è caduta sulle gaufres perché, a parte che sono facili e relativamente leggere (almeno in questa variante), nell'ultimo periodo ho lavorato tra l'altro su un libro belga, a cui vi ho già accennato, un romanzo fiammingo che ho trovato bellissimo e mi ha fatto venir voglia di tornare a visitare il Belgio. Ma i belgi di gaufres ne possiedono tante versioni (come quelle di Verviers e di Liegi), che non le ho ancora sperimentate tutte: mi ci vorrà una vita, credo. Queste le ho già preparate tante volte e sono tipiche della città di Namur. Divertitevi a fare il confronto con le altre versioni... dalle foto non si capisce, sembrano tutte uguali, ma non è così.
Unico avvertimento, anche per questa ricetta dovete armarvi di pazienza e cominciare la sera prima. Le dosi (per circa dodici gaufres grandi o almeno il doppio se volete farle piccoline come ho fatto io):
- 500 g. di farina 00 (#405);
- 200 ml. di latte;
- 20 g. di lievito di birra;
- 200 g. di burro fuso
- 3 tuorli d'uovo;
- un pizzico di sale;
- 250 g. di zucchero;
- vaniglia;
- zucchero a velo per spolverare.
L'indomani riscaldate il gaufrier e cuocete l'impasto a cucchiaiate fino a quando non è ben dorato. Spolverate di zucchero a velo e servite nature oppure con marmellata o quello che volete voi. Io vado pazza per le gaufres con la composta di mele. Quelle della foto sono scomparse dopo mezz'ora...
Li abbiamo assaggiati, ma non ci siamo mai cimentate nella preparazione.
RispondiEliminaSon davvero buoni e delicati!
baci baci
amo le gaufres
RispondiEliminammm..favolosi!
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