Ciambella al caffé anni Ottanta

Eh sì, oggi andiamo sul rétro! Questa ciambella viene da un vecchio ricettario della Bertolini, un libriccino quasi tascabile contenente una raccolta di dolci semplici, che si trova a casa dei miei, in Italia, e che qualche mese fa ho saccheggiato alla ricerca di qualche novità. Non escludo quindi che qualcuno già la conosca o l'abbia resa nota in rete, ma vale la pena di rispolverarla. Come cantava quel tale? cosa resterà di questi anni Ottanta? Di sicuro questo dolce merita il passaggio al ventunesimo secolo, provatelo a colazione e capirete.
Per uno stampo da 24 cm. servono:
  • 300 g. di farina 00 (#405);
  • 150 g. di zucchero;
  • 2 uova;
  • "un bicchiere di latte"; così l'originale; calcolate 100 g., a temperatura ambiente
  • una tazzina di caffé molto forte;
  • 100 g. di burro, quasi fuso e lasciato raffreddare;
  • una bustina di lievito per dolci;
  • un pizzico di sale;
  • una bustina di vanillina.
Cominciamo con lo sbattere molto a lungo le uova intere con lo zucchero. Ottenuta una bella pâte à bombe chiara e spumosa, aggiungiamo gradatamente, alternandoli, la farina setacciata con il lievito, il sale e la vanillina, il latte ed il caffé. Il burro lo aggiungiamo verso la fine, per evitare che i grassi smontino la spuma d'uova. Versiamo il composto nello stampo imburrato e infarinato e lasciamo cuocere per 50 minuti a 175º.
La vanillina è una mia aggiunta che non si trova nella versione originale, e si accompagnerà benissimo al sapore di base. Quanto al caffé, dev'essere, per l'appunto, assai ristretto! In questo senso la mia macchinetta per l'espresso, acquistata in Germania, un po' mi tradisce, anche se me ne rammarico solo quando preparo dolci. Infatti vi scrive forse l'unica italiana nel mondo che preferisce, da bere, il caffé tedesco o americano all'amarissima tazzina di espresso che fa impazzire d'invidia gli stranieri... e che posso farci?


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